- 1 Cos’è la planetaria
- 2 Come funziona
- 3 Come scegliere la prima impastatrice
- 4 La planetaria per cuochi provetti
- 5 Conclusioni
Complici i numerosi format televisivi, ormai siamo tutti esperti di cucina. O almeno crediamo di esserlo. Come in altre situazioni, anche tra i fornelli, vale l’antico detto: fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Sarebbe bello se per imparare a cucinare manicaretti e piatti gourmet, bastasse stare comodamente seduti sul divano a guardare cuochi e chef, balzati agli onori delle cronache come psicologi improvvisati. La cucina è un’arte che richiede tempo e dedizione, oltre, naturalmente a strumenti professionali. Premesso che nessun apparecchio, nemmeno il più evoluto, è sufficiente, da solo, a trasformare una schiappa in cuoco provetto, in questo articolo valuteremo le caratteristiche delle impastatrici planetarie, le differenze fra i diversi modelli e gli scopi a cui questi elettrodomestici sono dedicati.
Cos’è la planetaria
Tutti ne parlano, ma quanti sanno davvero cosa sia e a cosa serva? Prima di tutto una precisazione. La planetaria non è un normale robot da cucina, non trita e non frulla. Se siete siete interessati a un elettrodomestico che faccia smoothie e frappè, quindi, la planetaria non vi serve.
L’impastatrice planetaria è indispensabile, invece, a chi vuole cimentarsi nella preparazione di torte, pane e pizze, o per far gonfiare creme e mousse. Grazie al movimento che richiama il moto dei pianeti, da cui il nome, il braccio amalgama perfettamente gli ingredienti incorporando l’aria necessaria per la lievitazione.
Come avviene il movimento planetario? Consiste in due movimenti simultanei: quello rotazione sul proprio asse e quello di rivoluzione attorno al centro. È particolarmente efficace perché consente, come e forse meglio di come farebbero le nostre mani, di miscelare perfettamente tutti gli ingredienti e, come abbiamo detto, di ossigenarli.
Come funziona
L’impastatrice planetaria è un elettrodomestico tutto sommato semplice. A meno che non decidiate di acquistarne una super accessoriata, di cui parleremo in un’altra occasione, gli strumenti base di cui è composta sono: la ciotola, la frusta a filo, la frusta a foglia e il gancio.
- La ciotola: nei modelli professionali e in quelli più costosi per uso domestico, è in acciaio. Molto comuni, però, sono anche quelle in vetro e in plastica.
- La frusta a filo, versione tecnologica della classica frusta da cucina, serve per montare perfettamente la panna o per montare a neve gli albumi d’uovo. Come nel caso della ciotola, nei modelli più economici l’acciaio viene sostituito con la plastica.
- La frusta a foglia, deve il suo nome alla forma di foglia, appunto. Detta anche frusta piatta o frusta K (nome coniato da uno dei leader del settore, Kenwood), serve soprattutto per miscelare impasti al burro o in generale di consistenza molto corposa. Anche questo accessorio si presenta in materiali diversi a seconda dell’uso che se ne deve fare e del costo che si è disposti a pagare.
- Il gancio è indispensabile per chi voglia cimentarsi nella nobile, quanto difficile, arte della panificazione. Grazie al movimento planetario, ha la capacità di miscelare e impastare tutti gli ingredienti incorporando aria e creando quella che gli addetti ai lavori chiamano maglia glutinica o cordatura e che consiste nella reazione chimica necessaria affinché l’impasto lieviti perfettamente. Il gancio esercita una forza considerevole, i materiali di cui è fatto, quindi, rivestono una notevole importanza. Se per le fruste si può derogare sull’uso della acciaio o comunque di leghe di metallo robuste, per il gancio la plastica è da escludere.
Come scegliere la prima impastatrice
Come per qualsiasi altro prodotto sul mercato, anche per le planetarie, l’offerta è ampia e variegata. Differenti i materiali con cui sono fatte, le prestazione, la potenza, la capacità e, non ultimi, i prezzi. Se avete deciso di acquistarne una, quindi, ponetevi prima di tutto una domanda. Che uso intendo fare di questo elettrodomestico?
Se siete neofiti della cucina o se per esperienza sapete di essere preda di facili entusiasmi e di altrettanto facili ripensamenti, vi consiglio di orientarvi verso un prodotto economico ma comunque prestante. Come abbiamo visto, la parola d’ordine, almeno per gli accessori, è acciaio.
Ma veniamo alla scocca: data la forza e la velocità con cui girano i motori di questi apparecchi, è importante assicurarsi che sia abbastanza pesante se non si vuole rischiare di vedere la planetaria a spasso sul piano della cucina. Quanto spendere? dai 140 ai 300 euro.
La planetaria per cuochi provetti
Se siete cuochi provetti o maestri di cucina, sicuramente avete già in casa una planetaria. Quello che forse non sapete, invece, è come queste macchine funzionino. Abbiamo visto come, per lavorare gli impasti, sia necessaria una considerevole forza. Questa, evidentemente è determinata dalla potenza del motore. Ecco perchè il wattaggio è così importante quando si sceglie un elettrodomestico di questo tipo. Ma, come sempre, c’è un ma. Motori diversi richiedono wattaggi diversi. Talvolta molto diversi e difficili da comprendere se non se ne conoscono le caratteristiche. Entriamo, quindi nel motore dell’impastatrice e cerchiamo di sviscerare le differenze fra le due marche leader indiscusse del mercato: L’inglese Kenwood (ora appartenente al gruppo italiano De’Longhi) e l’america Kitchenaid. La tedesca monta un motore a trasmissione (lo stesso utilizzato in quasi tutti le impastatrici professionali), mentre l’americana monta un motore a presa diretta.
Senza addentrarci in spiegazioni troppo tecniche, cerchiamo di capire in cosa si differenzino: nel motore a trasmissione l’energia prodotta dal motore stesso viene, appunto trasmessa, al meccanismo deputato al movimento attraverso delle cinghie le quali, per lavorare, disperdono molta energia. Ecco, quindi, spiegato perché una planetaria con questo tipo di motore necessiti di molti watt funzionare correttamente. Nell’apparecchio con motore a presa diretta, invece, gli accessori per l’impasto vengono collegati direttamente al motore, senza dispersione di energia.
Evidentemente questo tipo di motore necessita di un wattaggio notevolmente inferiore per garantire la stessa prestazione di un apparecchio che monta un motore a trasmissione. Quale scegliere? Sarebbe come chiedervi di scegliere fra il Milan e l’Inter, non si può, è una questione di cuore. Sia l’una che l’altra vi darà grandi soddisfazioni in cucina.
Conclusioni
In conclusione, tenete presenti le indicazioni di base relative alla robustezza della scocca e ai materiali degli accessori e ricordatevi che in cucina ci si deve divertire e si deve dare sfogo alla propria creatività. L’impasto non è lievitato perfettamente? Non importa, andrà meglio la prossima volta.